Giglio di mare

Spiaggia libera tra il bacino di Acquatina e il mare

Sotto il sole cocente dell'estate pugliese, tra le dune dorate battute dal vento, il giglio di mare si afferma con tenacia, simbolo di vita che resiste alle avversità. Per ammirarne la bellezza, basta oltrepassare il porticciolo di Frigole e seguire la bella spiaggia libera per poche centinaia di metri. Si arriva così nei pressi del bacino di Acquatina, una zona umida lagunare artificiale estesa per circa 100 ettari con dune e macchia mediterranea, che attraverso due canali comunica con il mare. È proprio qui, in un ambiente tanto ostile quanto affascinante, che questa pianta scientificamente conosciuta come Pancratium maritimum ha trovato il suo habitat ideale.

Il suo nome, Pancratium , deriva dal greco e significa "onnipotente". Un nome che evoca immagini di forza e resistenza, qualità che questa pianta dimostra quotidianamente, sfidando le avversità dell'ambiente costiero. Il termine maritimum , invece, ci ricorda il suo legame indissolubile con il mare, un elemento che ha plasmato la sua storia e la sua bellezza. E proprio intorno al mare, fonte di vita e di ispirazione per gli antichi, si intrecciano leggende che attribuiscono origini divine a questa pianta così straordinaria.

Una delle più famose narra che il giglio di mare sia nato dal latte di Hera, la regina degli dei, schizzato via mentre allattava il piccolo Eracle. Si dice che alcune gocce di questo latte divino, cadute sulla sabbia, hanno dato origine a questi splendidi fiori bianchi. Mentre altre, schizzando in cielo, generarono la Via Lattea.

Il giglio di mare non è un giglio nel senso tradizionale, ma una pianta bulbosa perenne appartiene alla famiglia delle Amaryllidaceae. Il suo nome comune deriva dalla forma dei suoi grandi fiori bianchi, dalla caratteristica forma stellata. Ogni fiore, con i suoi sei tepali lunghi e stretti, si apre di notte, emanando un profumo intenso che attira gli insetti notturni, i suoi preziosi impollinatori. Per sopravvivere in un ambiente così esposto agli agenti atmosferici, il giglio di mare ha sviluppato straordinarie capacità di adattamento. Le sue foglie, carnose e nastriformi, si attorcigliano su se stesse per ridurre la traspirazione e limitare la perdita d'acqua. Il bulbo, nascosto sotto la sabbia, funge da riserva idrica e nutrimento, consentendo alla pianta di superare i periodi di siccità.

Il ciclo vitale del giglio di mare è strettamente legato al ritmo delle stagioni e alle maree. In estate, la pianta produce i suoi splendidi fiori bianchi, mentre in autunno i semi maturano all'interno di capsule carnose. Questi semi, dotati di una porzione spugnosa che ne favorisce il galleggiamento, vengono dispersi dalle correnti marine ( idrocoria ), dando origine a nuove piante. Il giglio di mare, sentinella delle dune sabbiose, contribuisce alla loro formazione e stabilizzazione. La sua elevata sensibilità ai disturbi ambientali lo rende un prezioso indicatore dello stato di conservazione di questo habitat. Minacciata dallo sfruttamento costiero, questa pianta è tutelata in diverse regioni italiane e la sua presenza a Frigole, malgrado la pressione antropica che interessa il lungomare Mori, è un segnale incoraggiante per la conservazione di questi ecosistemi fragili. Osservare questa meraviglia della natura è un privilegio, ma anche una responsabilità. Sotto la volta celeste del litorale leccese, il giglio di mare, testimone silenzioso del tempo, continua a fiorire, un inno alla vita che si rinnova in ogni tenuta. Un miracolo della natura, un gioiello che la sabbia custodisce gelosamente. Ammiriamone la bellezza, rispettiamone la fragilità e proteggiamone l'habitat, perché la sua presenza è un dono prezioso da tramandare alle generazioni future.