Una giornata di studi storici, e non solo, molto stimolante, organizzata dall’Ecomuseo delle Bonifiche di Frigole e dal Comitato Unitario per lo Sviluppo di Frigole e del Litorale leccese (CUFRILL), durante la quale oltre alla storia delle bonifiche di Frigole sono stati analizzati gli effetti da esse prodotti sull’ambiente, sull’assetto sociale e sullo scenario di quel territorio.
Il convegno è stato aperto con la visita dello stabile delle Idrofore di Frigole, il singolare monumento di archeologia industriale simbolo delle bonifiche, ora in fase di ristrutturazione, che potrebbe diventare la sede fisica dell’Ecomuseo.
Subito dopo, al Salone comunale di Frigole, il coordinatore dell’Ecomuseo Ernesto Mola ha brevemente tracciato la storia e i progetti futuri del CUFRILL e dell’Ecomuseo e Silvana Errico, sindaca di S.Vito dei Normanni e Presidentessa della Consulta regionale degli Ecomusei, ha voluto portare un augurio non formale, tracciando il presente e preannunciando una maggiore attenzione della Regione verso il loro sviluppo.
La prima sessione del convegno, moderata dal prof. Genuario Belmonte, responsabile del patrimonio museale di Unisalento, ha tracciato la storia delle bonifiche di Frigole. Antonio Passerini, autore del libro “Una comunità dalle molte radici”, che racconta la storia e tante storie locali dei nostri luoghi, ha introdotto il tema del convegno, dipanando il filo storico che collega tra loro le quattro bonifiche succedutesi nel territorio del litorale leccese.
Antonio Mastrolia ha quindi illustrato le vicende delle prime bonifiche, realizzate dal padrone illuminato di quel latifondo, Federico Libertini, mai sostenuto dalle istituzioni dell’epoca e morto in rovina proprio per il patrimonio speso nei lavori di bonifica di Frigole. Anna Lucia De Nitto ha poi riportato gli eventi succedutisi nei primi 20 anni del ‘900, dopo l’esproprio dei terreni da parte della Banca d’Italia, ad opera dello Stato prima e dei Fondi Rustici successivamente, con le ulteriori opere di bonifica e la costruzione delle Idrofore. In quel periodo, come pure nei primi anni della gestione da parte dell’Opera Nazionale Combattenti, spicca la figura di Antonio Sansone, responsabile delle bonifiche, che ebbe un ruolo rilevantissimo nel trasformare le paludi del litorale leccese in esempio di sviluppo dell’agricoltura e dell’allevamento per tutto il Paese. Infine Michele Mainardi ha evidenziato la ricchezza e la qualità dell’intervento dell’Opera Nazionale Combattenti che intervenne non soltanto per ammodernare la bonifica ma anche per favorire l’insediamento sociale, suddividendo il latifondo in tanti poderi da assegnare alle famiglie provenienti da tutto il Salento, determinando la nascita di “Una comunità dalle molte radici”.
Nel pomeriggio durante la seconda sessione, moderata dall’Assessore alla Cultura del Comune di Lecce Fabiana Cicirillo, Gabriele Rossi, Salvatore Colazzo e Antonio Bruno hanno parlato in dettaglio di altri aspetti dell’azione dell’Opera Combattenti a Frigole, in particolare della nascita dei borghi rurali di Borgo Piave e Borgo Montegrappa, delle scuole rurali per dare un’istruzione di base ai nostri contadini, delle opere strutturali, come ad esempio l’esclusione del lago di Acquatina dal tentativo di prosciugamento, trasformandolo in valle di pesca lagunare mettendolo in comunicazione con il mare. Infine il moderatore della terza sessione Francesco Baratti, consulente della Regione Puglia per le istituzioni ecomuseali, ha dato la parola a Genuario Belmonte e Maurizio Pinna, che hanno relazionato sulle caratteristiche ambientali del territorio delle bonifiche e sui progetti di sviluppo, in particolare relativi alla laguna di Acquatina.
Il convegno ha ascoltato anche l’intervento del Sindaco di Lecce Carlo Salvemini, egli stesso rappresentante del Comune in seno al Comitato di Gestione dell’Ecomuseo delle Bonifiche, che ha confermato l’attenzione dell’Amministrazione verso una rigenerazione del litorale leccese con una serie di progetti di riqualificazione già finanziati e ormai in fase di esecuzione.
Infine il convegno si è concluso con la richiesta e l’auspicio che il Salone comunale di Frigole, divenuto finalmente Centro sociale del territorio del litorale, venga intitolato a Federico Libertini, iniziatore di un percorso storico e sociale che ha determinato la nascita della nostra comunità in un territorio ricco di risorse e con un paesaggio originale, che unisce in un unico panorama i campi coltivati, la macchia mediterranea e il mare.