Le tre grandi bonifiche, più una, del territorio di Frigole

 I canali di Frigole

Ora fissiamo tre periodi: 1870-1888, 1904-1913, 1931-1936. Lì dentro sono collocate tre grandi bonificazioni: la prima di Federico Libertini, bonifica privata, le altre due finanziate dallo Stato. Dunque il volto del territorio e, con esso, la sua storia, incominciarono a cambiare con Libertini (1870-1888), ebbero poi una notevole modifica all'inizio del Novecento (1904-1913), ma soprattutto furono “rivoluzionati” dagli interventi degli anni Trenta (1931-1936) con l'Opera Combattenti.

E il “più una” del titolo? Fu una bonifica particolare degli anni 1907-1912 operata dai “Fondi Rustici”, società proprietaria del circondario di Frigole guidata allora da Antonio Sansone. Consistette nel costruire all'interno di limitate paludi e acquitrini i cosiddetti “pozzi assorbenti”: erano larghi fori nel terreno in corrispondenza di doline naturali, dotati di idonea muratura, profondi fino a superare lo strato di terreno impermeabile, in modo che l'acqua potesse scendere ed essere smaltita e il terreno in superficie potesse essere coltivato. Ne furono costruiti una cinquantina e l' “invenzione” funzionò quasi sempre.

Libertini spese ingenti capitali per acquistare macchinari agricoli, assoldare mano d'opera esperta, rendere fertili le campagne, costruire canali per far defluire in mare l'acqua delle paludi. Economicamente fallì, ma la sua visione di bonifica fu ammirata e portata avanti. Di quel periodo restano la conformazione attuale della masseria Frigole, simile a una palazzina, e i cosiddetti “quadri” di terreno circondati da ulivi.

Alla grande bonifica di inizio Novecento furono dedicati progetti, personale, anni di lavoro. L'emblema di quel complesso intervento è la ciminiera che svetta ancora sopra l'impianto idroforo accanto al mare.

Ma il lavoro più lungo e impegnativo fu la realizzazione della rete di 27 km di canali, in gran parte sotto il livello del mare. Appunto questi ultimi portavano l'acqua da smaltire in mare all'impianto idroforo, che fu collegato anche con il vasto lago-stagno dell'Aquatina (allaccio che però creò problemi e che negli anni Venti fu accantonato). ù

Nel 1920 divenne proprietaria del territorio l'Opera Combattenti, diretta da Antonio Sansone, che diede vita ad un grandioso programma di interventi, in ogni settore. Sede operativa era Frigole, con nuovi, lunghi caseggiati col solo piano terra ed alcuni altri (stalle, magazzini...), che ancor oggi costituiscono il centro del paese; fu costruito in mezzo alla campagna Borgo Piave e via via negli anni Borgo Grappa e i “poderi” sparsi. Furono operate enormi bonifiche, tra cui il nuovo lago-bacino dell'Aquatina. Case coloniche e terra furono assegnati ad ex-combattenti... Per Frigole e il suo territorio con il 1920 ebbe inizio una nuova identità.